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I conti della Gherardesca e la fondazione del monastero
La chiesa di S. Maria nacque in un contesto popolato da altre strutture ecclesiastiche poste sotto il controllo del vescovo volterrano, come le pievi di Castelgiustri, Riparbella e Casale Marittimo. Dalla localizzazione e dalla sua storia successiva, possiamo supporre che la piccola cappella fosse stata costruita nel X secolo dai conti Gherardeschi che possedevano un vasto nucleo patrimoniale nell’area di collegamento tra la via Pisana, la via Volterrana e la costa, e volevano rafforzarvi la propria presenza. Per le stesse ragioni, oltre che per motivi familiari, nel 1091 fondarono nel medesimo luogo un monastero benedettino femminile e vi posero la propria figlia nel ruolo di badessa. Contemporaneamente incastellarono anche Montescudaio e Guardistallo.
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Lo sviluppo delle strutture monastiche
Poco dopo la fondazione del cenobio, la chiesa originaria fu ampliata con la costruzione di nuovi abside e transetto, realizzati con tecnica muraria romanica. Tra XII e XIII secolo all’antica ‘canonica’ furono aggiunti altri ambienti fino a formare un chiostro quadrangolare, al centro del quale si apriva un pozzo. Sebbene gli scavi siano stati in grado di documentare solo i resti delle strutture edificate al piano terreno, è possibile ipotizzare la loro funzione per le attività comuni delle religiose; le cellette private, come di norma, dovevano trovarsi invece al piano superiore. Grazie ai documenti, sappiamo che nei primi secoli di vita vi abitavano circa 12 monache.
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Gli usi quotidiani delle monache
Le fonti scritte aiutano a comprendere le vicende istituzionali della Badia e a conoscere quali fossero i mezzi economici per il suo sostentamento, come i terreni agricoli e i frantoi in località Scialicco. Tuttavia, rimangono mute circa la vita quotidiana e le usuali attività delle monache. Possiamo supporre che parte della giornata fosse dedicata alle preghiere, ma gli scavi archeologici hanno rivelato altri dettagli. Conosciamo ad esempio il vasellame usato nel monastero per la cucina e per la refezione, come mostrato nella vetrina e similmente ad altri siti toscani del periodo. Grazie a particolari manufatti, sappiamo anche che le religiose passavano il tempo filando o intrattenendosi con giochi da tavolo, come il mulino o gli scacchi.
Le Teche
Elenco completo delle teche del Centro di Documentazione di Archeologia e Storia di Montescudaio (CeDiAS) .
Teca 01
Gli Etruschi nella Bassa Val di Cecina - Il territorio di Montescudaio in epoca etrusca
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Teca 02
La romanizzazione della Bassa Val di Cecina - Il territorio di Montescudaio in età romana
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Teca 03
Il vino nell’antichità - Commercializzazione e produzione nella Bassa Val di Cecina
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Teca 04
Prima del monastero - Il paesaggio di Montescudaio intorno al Mille
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Teca 05
Vita e usi delle monache alla Badia - Dalla fondazione del cenobio al Duecento
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Teca 06
Residenti, pellegrini e viandanti alla Badia - L’abbigliamento dalle sepolture
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Teca 07
Vita nel monastero - Dal Trecento all’abbandono
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Teca 08
Gli abitanti di Montescudaio e le loro sepolture alla Badia - Dal XIV al XVII secolo
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Teca 09
La Badia di Montescudaio - Tra ultime funzioni religiose e usi agricoli
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Teca 10
L’area archeologica della Badia - I resti del monastero di S. Maria di Montescudaio
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