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Spazi funerari intorno alla chiesa di S. Maria
L’area intorno alla chiesa di S. Maria tra X e fine XI secolo si era popolata di sepolture. Non sappiamo a chi appartenessero perché allora non riportavano nomi, ma è probabile che si trattasse di persone con legami familiari o sociali con i Gherardeschi, fondatori della cappella. In questa fase le tombe erano scavate nel terreno e segnalate tutto intorno, oppure al capo e ai piedi, da pietre sbozzate. I corpi giacevano singolarmente e senza indumenti, avvolti in lenzuoli o sudari. Infatti, nello scavo di queste sepolture non sono state rinvenute tracce di capi di vestiario, né altri elementi di corredo; inoltre le braccia distese lungo il corpo o conserte e la posizione delle clavicole degli scheletri hanno confermato che i defunti erano fasciati da semplici tessuti, mentre non vi sono evidenze dell’uso di bare.
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Gli usi funerari dopo la fondazione del monastero
Dopo la fondazione del monastero il numero delle tombe intorno alla chiesa aumentò, segno dell’afflusso di defunti di ambiti sociali più ampi. Le monache venivano sepolte dietro l’abside, mentre negli altri spazi erano collocati i resti dei laici. Per buona parte del secolo XII non vi furono mutamenti nel rituale funerario, se non l’uso di tavole in legno appoggiate alle pietre per proteggere gli inumati dal terreno di riempimento della fossa o l’impiego di barelle lignee.
Dal XIII secolo si attesta il nuovo uso di seppellire i defunti abbigliati e/o ornati. Nello scavo dell’area funeraria di questa cronologia sono stati trovati reperti in materiale durevole (metallo, osso, pietre) in origine cuciti o fissati a capi di vestiario in stoffa o in pelle, che non sono invece sopravvissuti. -
Abbigliamento e ornamento di gruppi di persone diverse
Grazie ai reperti rinvenuti nelle tombe è stato possibile documentare la presenza di personaggi di diverso tipo ed estrazione sociale tra gli inumati alla Badia. Conchiglie atlantiche, segno della visita al santuario di Compostela, hanno testimoniato il transito di pellegrini, così come il puntale in ferro di un “bordone”, il bastone che romei e viandanti usavano per coprire lunghi tratti di terreno a piedi. Fibbie per cinture di vari generi e dimensioni, rinforza-asole e bottoni decorati, oltre ad anelli di diversa foggia hanno riflesso la moda in uso presso i residenti nell’area circostante al monastero, rivelando anche una certa differenziazione sociale tra le sepolture di persone più o meno abbienti. Nello stesso periodo sono comparse anche le monete deposte nelle tombe, forse in segno di protezione per i defunti.
Le Teche
Elenco completo delle teche del Centro di Documentazione di Archeologia e Storia di Montescudaio (CeDiAS) .
Teca 01
Gli Etruschi nella Bassa Val di Cecina - Il territorio di Montescudaio in epoca etrusca
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Teca 02
La romanizzazione della Bassa Val di Cecina - Il territorio di Montescudaio in età romana
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Teca 03
Il vino nell’antichità - Commercializzazione e produzione nella Bassa Val di Cecina
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Teca 04
Prima del monastero - Il paesaggio di Montescudaio intorno al Mille
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Teca 05
Vita e usi delle monache alla Badia - Dalla fondazione del cenobio al Duecento
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Teca 06
Residenti, pellegrini e viandanti alla Badia - L’abbigliamento dalle sepolture
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Teca 07
Vita nel monastero - Dal Trecento all’abbandono
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Teca 08
Gli abitanti di Montescudaio e le loro sepolture alla Badia - Dal XIV al XVII secolo
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Teca 09
La Badia di Montescudaio - Tra ultime funzioni religiose e usi agricoli
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Teca 10
L’area archeologica della Badia - I resti del monastero di S. Maria di Montescudaio
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