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Le sepolture tra ultime frequentazioni e abbandono
Le carestie e le pestilenze che colpirono la Toscana tra Tre e Quattrocento portarono un considerevole afflusso di defunti nell’area cimiteriale formatasi intorno al monastero [08_01]. In questo periodo crebbero le sepolture familiari in tombe realizzate in muratura [08_02] e anche i decessi di madri con i loro bambini, [08_03] talvolta deposti insieme in modo da ricordare il loro legame di affetto. Non ne abbiamo la certezza, ma molto probabilmente in buona parte si trattava di abitanti del territorio di Montescudaio. In base a quanto testimoniato dai documenti e dagli scavi archeologici, [08_04] l’utilizzo per scopi cimiteriali dell’area davanti alla chiesa continuò anche nel Cinquecento e almeno fino agli inizi del secolo successivo, quando era già avvenuto l’abbandono delle strutture residenziali da parte delle monache.
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Gli usi funerari tra fine medioevo e rinascimento
Tra fine Trecento e fine Cinquecento gli usi ed i rituali funerari non ebbero molti cambiamenti. [08_05] Alcuni gruppi familiari, probabilmente più abbienti, furono inumati in tombe “a cassone” in muratura vicino alla zona presbiteriale della chiesa. [08_06] Ma la maggior parte delle sepolture era realizzata con un semplice fossa scavata nel terreno, ora priva di elementi di delimitazione o segnacoli. I defunti vi erano deposti senza bara, in alcuni casi distesi su lettighe in legno. [08_07a] In questo periodo, inoltre, prese ancora più piede l’uso di tumulare i corpi abbigliati e ornati. [08_07b] Del resto, la posizione delle braccia allargate sui lati e ripiegate sul petto testimonia la rarefazione dell’impiego di sudari.
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L’abbigliamento femminile e maschile
L’incremento del fenomeno delle sepolture abbigliate mostra una certa crescita nel benessere economico e nella stratificazione sociale della popolazione locale, restituendo anche un quadro dei principali tipi di vestiario del periodo.
Le donne indossavano spesso abiti con corsetti o camicie chiuse da lacci passanti da anellini rinforza-asole in metallo di varia foggia. Le vesti delle più ricche potevano avere colletti e maniche elaborate e fermati con una serie di bottoni “a campanello” o decorati. Le mani erano adornate da anelli dotati di castone con pietre preziose o paste vitree. Gli abiti maschili erano completati da fibbie variamente ornate che potevano chiudere una o più cinture all’altezza della vita o dei fianchi. Talvolta piccole fibbie circolari all’altezza dei piedi erano segno della presenza di scarpe.
Le Teche
Elenco completo delle teche del Centro di Documentazione di Archeologia e Storia di Montescudaio (CeDiAS) .
Teca 01
Gli Etruschi nella Bassa Val di Cecina - Il territorio di Montescudaio in epoca etrusca
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Teca 02
La romanizzazione della Bassa Val di Cecina - Il territorio di Montescudaio in età romana
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Teca 03
Il vino nell’antichità - Commercializzazione e produzione nella Bassa Val di Cecina
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Teca 04
Prima del monastero - Il paesaggio di Montescudaio intorno al Mille
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Teca 05
Vita e usi delle monache alla Badia - Dalla fondazione del cenobio al Duecento
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Teca 06
Residenti, pellegrini e viandanti alla Badia - L’abbigliamento dalle sepolture
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Teca 07
Vita nel monastero - Dal Trecento all’abbandono
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Teca 08
Gli abitanti di Montescudaio e le loro sepolture alla Badia - Dal XIV al XVII secolo
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Teca 09
La Badia di Montescudaio - Tra ultime funzioni religiose e usi agricoli
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Teca 10
L’area archeologica della Badia - I resti del monastero di S. Maria di Montescudaio
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